Non si tratta di un trekking semplice per due motivi principali: i rifugi e i bivacchi disponibili sono pochissimi e ci si trova immersi in una natura selvaggia, senza dubbio meravigliosa, ma che può creare alcuni piccoli problemi soprattutto a coloro che sono alle prime armi con il trekking ed hanno difficoltà di orientamente e di lettura cartografica; proprio perché bivacchi e rifugi sono pochi, è necessario avere con sé anche un bel po’ di cibo, cosa questa che rende lo zaino piuttosto pesante e la camminata già di suo tecnica, più complessa. Qui potete leggere il nostro personale "diario di viaggio" con errori e consigli dettagliati sulla Traslagorai quando l'abbiamo percorsa per la prima volta.
Nonostante questo, la Translagorai merita senza alcun dubbio di essere intrapresa almeno una volta nella vita. Ecco allora tanti utili consigli e alcune dritte sulle tempistiche migliori per effettuare questo itinerario. Buona lettura!
Aggiornato Luglio 2022
Stiamo parlando di una parte della Translagorai che però è secondo noi la più suggestiva in termini di panorami e paesaggi in un ambiente di alta montagna selvaggio e maestoso. Sicuramente ridurre l'intera Translagorai ad una sola parte potrebbe essere una strategia vincente per chi non ha dimestichezza con trekking in autonomia di molti giorni;
Questa parte della Translagorai può essere infatti compiuta in 4 giorni da persone mediamente allenate, in 3 da persone molto allenate.
La Translagorai consente di andare alla scoperta della catena che va dal Monte Calisio al Passo Rolle, una dorsale che segue il torrente Avisio e che attraversa la Valsugana e la Valle di Fiemme.
Le rocce che caratterizzano queste montagne fanno parte del gruppo Vulcanico Atesino. Si tratta quindi per lo più di lava e depositi epiclastici, in modo particolare porfido rosso e marrone.
Attenzione come dice il detto “il porfido è PERFIDO!” quindi attenzione al bagnato! In caso di pioggia e soprattutto temporali estivi il porfido non è un alleato dell’escursionista!
Su queste rocce di rara bellezza, è presente una vegetazione lussureggiante a bassa quota che poi si dirada salendo e lasciando il posto a paesaggi rocciosi e brulli. È il verde insomma il vero protagonista della parte non in quota della Translagorai mentre la roccia è il protagonista della parte più aerea! In questa vegetazione vivono molte diverse specie animali, che i più fortunati possono incontrare sul loro cammino.
Noi non ne abbiamo mai incontrati se non marmotte e poiane. Però durante le pause abbiamo scrutato a lungo le pendici brulle e rocciose del lagorai sperando di avvistare un orso, MAGARI PROPRIO M49 ;) [ Questo purtroppo non è oramai più possibile visto che è stato imprigionato nel Casteller ma all'epoca in cui è stato scritto l'articolo correva ancora libero per il Trentino n.d.r.]
Non è certo difficile infatti avvistare aquile e corvi imperiali che volano in alto nel cielo, specie nelle giornate dove il cielo è azzurro e limpido.
Non solo, è possibile anche incontrare camosci e caprioli, cervi e qualche fortunato potrebbe anche incontrare lupi ed orsi anche se è veramente rarissimo.
Andrea Ghezzer, grande conoscitore del Lagorai nonchè abile cartografo, che per noi ha pubblicato un bellissimo articolo sul blog " non è un paese per orsi " , ha creato questa utilissima modellizzazione della catena del Lagorai in 3D con l'intero itinerario della Translagorai Classica che dalla Panarotta arriva a Passo Rolle. Un documento veramente utile per visualizzare in maniera chiarissima i dislivelli e le distanze.
La Translagorai ha molto da offrire dal punto di vista naturalistico, ma ci sentiamo in dovere di ricordare che proprio qui è possibile incontrare anche molti elementi storici di elevato valore. Queste zone infatti sono state scenario di vari eventi bellici, durante il periodo della Prima Guerra Mondiale. È quindi possibile incontrare mulattiere, trincee ancora oggi in perfetto stato, ripari di vario genere, postazioni di tiro, etc.
Sulla Translagorai sono presenti pochissimi rifugi. Sono infatti appena 3. Vicino al Sasso Rotto troviamo il rifugio Sette Selle e vicino al Passo Manghen invece troviamo il rifugio Manghen Hütte. È poi necessario ricordare il rifugio Colbricon, che si trova a circa 35 minuti di cammino da Passo Rolle. Alcuni escursionisti sono soliti inserire nella lista dei rifugi disponibili anche un quarto rifugio, il Cauriol (polenta e formaggio fuso d'obbligo).
In realtà però non si trova sulla Translagorai. È quindi necessario uscire dal proprio cammino per raggiungerlo, ma è sempre bene comunque tenere a mente la sua presenza anche perchè in caso di estati particolarmente secche può essere l'occasione di rifare il pieno d'acqua.
Parlando invece di bivacchi, è bene ricordare che si trovano esclusivamente sul percorso che va da Manghen al Rolle. Sono inoltre poco numerosi. Troviamo, in ordine, il bivacco Mangheneto sopra il Manghen, il bivacco Nada Teatin sopra Passo della Litegosa che non è evidente da identificare specie in caso di nebbia e che comunque è veramente poco salubre trattandosi di una postazione della guerra scavata fra sassi all'interno del quale entra acqua, il bellissimo e nuovissimo bivacco Coldosè a Forcella Coldosè, il grande bivacco Paolo e Nicola con una sorgente di acqua purissima a un centinaio di metri da Forcella Valmaggiore, il bivacco Aldo Moro (il classico Bivacco di metallo rosso a 9 posti, sopra Forcella di Bragarolo. Ma attenzione, nei bivacchi chi tardi arriva male alloggia, i posti sono pochi e nei mesi più affollati potrebbe anche succedere di trovarli già occupati.
Quando ci si appresta ad intraprendere un trekking, è bene avere una meta da raggiungere alla fine della giornata. In questo modo è più facile gestire il cammino e capire per quante ore ancora è necessario continuare sulla propria strada. Le mete migliori da raggiungere sono ovviamente i rifugi e i bivacchi. Si tratta di ripari sicuri per la notte, dove riposarsi al meglio. Si tratta di una scelta che consente anche di non appesantire in modo eccessivo il proprio zaino. Ma rifugi e bivacchi danno realmente la garanzia di trovare un posto letto a disposizione?
No, non è infatti possibile prenotare un posto letto. Considerando che il trekking è una pratica sempre più diffusa e la Translagorai molto amata, è quindi facile raggiungere un bivacco e scoprire che in realtà i posti letto sono già tutti occupati. Proprio per questo motivo effettuare la Translagorai in tenda può essere una validissima scelta. Abbiamo scritto anche un articolo proprio sul bivaccare all'aperto dove trovi un sacco di consigli utili.
Ovviamente è necessario considerare che la tenda è pesante ed è bene quindi cercare di arrivare sulla Translagorai quanto più possibile allenati. Inoltre dormire in tenda è più scomodo rispetto al posto letto in bivacco, soprattutto nel caso di piogge e venti sferzanti. Si tratta di un’esperienza meravigliosa però, che consente di dormire a diretto contatto con la natura e di gestire il proprio cammino al meglio, personalizzandolo al cento per cento.
Il vantaggio della tenda è che è possibile fermarsi anche se non si è raggiunta la meta finale della tappa. Questo non è vero al cento per cento perché ci sono dei tratti esposti su roccia dove è impensabile montare la tenda; Lo svantaggio è che la tenda pesa e i kilometri da fare nella Translagorai sono tanti.
Il mio consiglio è quello di partire con una minitenda super light oppure con un sacco a pelo e sacco da bivacco esterno e per entrambe le soluzioni un buon materassino piegabile, che possa permettere di dormire nei Bivacchi ma anche all'agghiaccio se necessario. Il mio consiglio è un materassino piegabile perchè i gonfiabili si bucano sempre e son dolori dormire sul porfido! :)
Avere con sé una mappa Translagorai è di fondamentale importanza, per segnarsi bivacchi e rifugi, per sapere con esattezza dove ci troviamo, per capire se il cammino intrapreso è quello giusto. La cartina Translagorai in cartaceo è una buona scelta, ma oggi è possibile scaricare una versione digitale direttamente sullo smartphone oppure sul proprio orologio da trekking. Translagorai traccia gps, è utile? Sì, certo che è utile tenere traccia del proprio posizionamento tramite GPS. Non è utile solo per sapere dove ci troviamo, ma anche per chiamare un aiuto nel caso in cui qualcosa vada storto. Per le tracce GPS della Translagorai vi consigliamo di andare a vedere sui social come contattare Alessandro Ghezzer che è un riferimento per tutta quest’area. Non andate a farvi consigliare da mitomani del web se non volete fare la fine che abbiamo fatto noi durante la Translagorai con i figli!
Cartine, GPS, sentieri Translagorai da seguire, sono molti gli elementi che è necessario prendere in considerazione. Proprio per questo motivo consigliamo a tutti coloro che scelgono di intraprendere questo trekking, di prepararsi al meglio nei giorni precedenti, studiando la cartina alla perfezione e cercando di definire le tappe dove fermarsi alla fine della giornata di cammino e pensare ad eventuali alternative in caso di mal tempo o imprevisti. Lungo il percorso ci sono delle grotte scavate dai militari che possono servire da riparo. Purtroppo solo alcuni sono segnati sulle carte.
Piccolo consiglio per chi avesse deciso di affidarsi alle app gps da trekking, da tenere sempre a mente: Nonostante la linea telefonica e dati sia presente solo in pochi punti (Forcella Coldosè ci sono sia fonia che dati) durante il percorso il gps del telefono funziona sempre. Utilizzare le applicazioni è però molto energivoro in termini di consumo batteria e a meno di dubbi amletici conviene affidarsi al cartaceo. Quindi una mappa cartacea è sempre necessaria anche se, ad onor del vero bisogna dire che il percorso è ben segnato anzi è fin troppo ben segnato!
Sarebbe bello riuscire a preparare uno zaino per Translagorai leggerissimo. Con poco peso sulle spalle infatti si viaggia senza dubbio alla perfezione. Sarebbe bello, ma diventa una scelta estrema per cui è necessaria una lunga preparazione precedente ed una buona esperienza di light trekking. Dato che rifugi e bivacchi sono presenti ma ci sono lunghi tratti senza nulla, dato che nella natura selvaggia si ha bisogno di avere con sé un bel po’ di materiale, dato che infine potrebbe essere necessario avere con sé anche la tenda, un buono zaino è indispensabile.
Uno zaino buono è uno zaino che scarica bene il peso sui fianchi e sulle spalle in verticale anche se molto pieno. Un buono zaino e una buona scarpa associata ad uno dei nostri calzini trekking in lana merinos faranno la differenza!
Detto questo, ci sono alcuni piccoli escamotage che è possibile far scendere in campo per riuscire ad alleggerire il carico quanto più possibile. Per quanto riguarda la tenda vi abbiamo già detto qual è il nostro consiglio. Vediamo allora prima di tutto le scorte di cibo. Il cibo ci aiuta ad ottenere le giuste energie per il cammino, ma è bene sceglierlo in versione liofilizzata. In questo modo infatti il suo peso sarà molto basso. I cibi liofilizzati tecnici sono veramente schifosi e costosi!
Se posso darvi un consiglio io mi oriento sulle zuppe liofilizzate cinesi con i noodles che hanno un po’ di tutto ma soprattutto carboidrati. Per le proteine l’unica cosa leggera restano i bibitoni magari da prendere alla mattina per colazione! Ovviamente è sempre bene avere con sé anche qualche stuzzichino un po’ più appetitoso, giusto per sentirsi sempre pienamente soddisfatti, ma senza esagerare con le dosi.
Passando alle attrezzature non c’è bisogno di sovraccaricare lo zaino in modo eccessivo. La Translagorai non necessita attrezzatura da ferrata nonostante ci siano dei brevi tratti attrezzati. Ovviamente qui lo dico e qui lo nego perchè sapete bene che la teoria vorrebbe che dove abbiamo tratti di corda fissa bisognerebbe assicurarsi con doppia longe, dissipatore ed imbrago. Se avete figli giovani con voi valutate l’opportunità di avere un imbraghetto ed uno spezzone di corda. Ma sono pesi in più. La classica attrezzatura da trekking è più che sufficiente comprensiva di bastoncini ovviamente.
Translagorai acqua, difficile trovarla? Trovare l’acqua sulla Translagorai è davvero molto semplice al disgelo e diventa via via più difficile. L’unico inconveniente è che questa potrebbe essere in possesso di una quantità di sali minerali inadeguata. Proprio per questo motivo è necessario avere con sé dei sali minerali da aggiungere all’acqua, in modo da garantire al proprio organismo tutti gli elementi nutritivi di cui ha bisogno. Può essere utile a nostro avviso avere con sé anche un filtro per la purificazione dell’acqua o del cloro (solo verso la fine dell'estate).
Dove trovarla … beh se vi diciamo pure quello … diventa troppo facile!
L’unica cosa che possiamo dirvi è quella di riempire bene le borracce ogni qualvolta incontrete dell’acqua potabile perché potrebbe essere l’ultima. Io più che il filtro, per potabilizzare l'acqua, porto una piccola bottiglietta di Amuchina con un dosatore a goccia. Per il dosaggio ocio, io in una borraccia da 700ml metto 4 gocce! Poi attendo almeno 30 minuti prima di berla.
Il dosaggio consigliato (in letteratura scientifica) per potabilizzare 1 litro di acqua è di 10 gocce di clorossidante elettrolitico in soluzione all'1% (ad esempio, appunto l'Amuchina).
È possibile effettuare la Translagorai in una sola giornata? La Translagorai in giornata è una valida scelta solo per i runner in assoluto più allenati, che si sono nel tempo specializzati nella corsa in montagna. Chi semplicemente vuole praticare un po’ di trekking non dovrebbe neanche tentare un’impresa di questa tipo. Per intraprendere la Translagorai infatti si consigliano di solito 3-4 giorni per le persone allenate, anche 5/6 nel caso di persone meno allenate. Generalmente in 7 giorni si fa da Panarotta al Manghen in buone condizioni fisiche.
Anche in questo caso, si tratta di una scelta consigliabile per coloro che amano la corsa in montagna, non per chi vuole semplicemente praticare trekking. Coloro che vogliono provare a praticare la corsa in montagna e ad effettuare la Translagorai in 24-48 ore, devono sicuramente organizzare al meglio il loro rientro. È infatti più che normale che dopo questa corsa nella natura selvaggia, il fisico ne risenta. È bene quindi prenotare per tempo il passaggio per il ritorno al proprio mezzo e cercare di recuperare le energie perse.
Anche scegliendo di effettuare la Translagorai in bici, è possibile impiegare un paio di giorni al massimo. Attenzione però, si tratta della scelta ideale solo per chi con la MTB in montagna ha già avuto modo di andarci più e più volte (le nostre calze mtb potrebbero tornare utili :)).
Della serie, tutto è possibile! Io personalemente mi sentirei di sconsigliarla a tutti eccetto a rider esperti che hanno l'abitudine del vuoto e sanno come affrontare tratti attrezzati con bici in spalla! Ma soprattutto abituati a portare la bici per lunghi tratti in spalla sulle placconate di porfido dove è impossibile utilizzarla.
La Translagorai è fattibile in appena 3 giorni per i trekker più allenati. Non c’è bisogno di correre, ma è bene ovviamente camminare a passo svelto e sentirsi sicuri ad ogni passo, sapendo di passare lunghe giornate di marcia senza troppe pause per fare foto. Per riuscire nell’impresa è bene camminare sino alle ultime luci del giorno e svegliarsi al mattino prima ancora che il sole abbia iniziato a scaldare il paesaggio circostante, ottimizzando così i tempi. Proprio per questo motivo la Translagorai in 3 giorni è fattibile solo in tenda (oppure con un telo da bivacco dormendo alla diaccio nel tratto senza bivacchi dal Teatin al Manghen. Attenzione allo zaino, deve essere leggerissimo per riuscire nell’impresa!
Io poche settimane fa ho provato con lo zaino sbagliato, con degli spallacci che mi segavano i deltoidi e ho dovuto abbandonare al secondo giorno dopo 16 ore di cammino!
Le tempistiche medie per la Translagorai sono di 4-5 giorni circa. Si tratta della scelta ideale per tutti, anche per i trekker meno esperti. Non c’è bisogno con queste tempistiche di correre, né di allungare il passo poi più di tanto. Non c’è bisogno di evitare soste, ma anzi è possibile farne molte così da potersi godere il panorama al meglio e sentirsi un tutt’uno con la natura circostante. Ovviamento questo comporta più peso in cibo.
Attenzione, ovviamente le nostre tempistiche sono indicative. Un cambiamento meteo improvviso potrebbe costringervi a ritardare una tappa, quindi ... vi consiglio di avre sempre qualcosa in più per un pasto supplementare!
Della serie "meglio soli che male accompagnati".
La Translagorai è magica, capace di offrire panorami unici al mondo, capace di garantire un'immersione totale nella natura selvaggia. Questi sono luoghi silenziosi, dove il verde e gli animali sono i veri protagonisti, dove è possibile riconnettersi alla natura e alla parte più genuina di noi stessi. Ma è bene intraprendere questo cammino da soli o insieme ad altri trekker? In realtà non esiste una risposta giusta a questa domanda, ma la Translagorai in solitaria è diventato negli anni un fenomeno sempre più diffuso. Sono sempre più numerose le persone che vogliono vivere un’esperienza immersiva, sfidando i propri limiti e vivendo ogni tappa del percorso in modo autonomo e indipendente.
A luglio tra il Rif. Colbricon e il Biv. Paolo e Nicola (8 ore di marcia su porfido) ho incontrato solo un ragazzo che veniva in direzione opposta con cui abbiamo condiviso un pasto frugale al biv. Aldo Moro. La Translagorai in solitaria a mio avviso è "magica". Certo considerando che il telefono non prende ... bisogna assumersi dei rischi valutando se vada la pena correrli
Tra gli altri fenomeni in costante crescita nel corso degli anni, la Translagorai con cane. Ovviamente si tratta della scelta ideale solo per coloro che hanno cani forti e adatti per gli ambienti di montagna, cani inoltre già piuttosto allenati, che hanno quindi già avuto modo di seguire i loro padroni nel trekking. Intraprendere un percorso di questa tipologia con il proprio amico a quattro zampe è un modo per allacciare con lui un rapporto ancora più stretto e per dare maggiore valore a questa meravigliosa esperienza. Io però vi invito ad una riflessione: Ci sono tratti esposti ed attrezzati. Tratti impercorribili che necessitano di trovare delle alternative. Siete in grado di gestire il vostro cane in queste condizioni, lo avete già fatto? In teoria i cani andrebbero tenuti al guinzaglio per evitare che disturbino la fauna selvatica che però sulla translagorai non è particolarmente ricca (qualche marmotta). Siete in grado di percorrere sentieri impegnativi con un cane al guinzaglio? Se la risposta è sempre sì allora acquistategli delle scarpette ed insegnategli ad usarle perchè il porfido è perfido e tagliente.
Ancora una volta … se volete un consiglio … io il cane lo lascerei ad un amico!
n.d.r
Questo articolo serve solo a dare una infarinatura generale su quello che è la Translagorai e qualche consiglio di base. Se pensate di intraprenderla dopo aver letto questo articolo, orientatevi su letterature più specifiche e soprattutto studiatevi bene la cartografia e valutate il percorso in base alle vostre capacità perchè nessuno vi conosce meglio di voi stessi! Potete inoltre leggere il nostro personale "diario di viaggio" con errori e consigli dettagliati sul percorso e sulla Mappa Traslagorai.
Bon route!
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