Il 4 settembre un gruppo di alpinisti si è dato appuntamento per esprimere la propria opinione sulla realizzazione di tre grandi progetti di nuovi impianti sciistici nelle Dolomiti Venete:
i lavori per i Mondiali di sci e le Olimpiadi invernali a Cortina che stanno distruggendo i versanti delle Tofane e delle Cinque Torri con ampliamenti e infrastrutture di vario genere;
il progetto del Carosello in Marmolada che prevede la realizzazione di due nuove seggiovie ( diga Fedaia - Sass Bianchet a poche decine di metri dall’attuale Stazione di Punta Rocca) di una seggiovia lungo lago a dislivello zero ( diga Fedaia – Rif. Fedaia) ed il ripristino di due seggiovie attualmente in disuso sopra il Sass del Mul, andando a compromettere ulteriormente un ghiacciaio agonizzante;
il progetto Dolomiti No Car che con la scusa di ridurre la mobilità dei mezzi privati sui passi dolomitici propone un’alternativa insostenibile sia dal punto di vista ambientale che economico, andando a compromettere in modo definitivo due fra le aree di maggior pregio ambientale e storico delle Dolomiti Venete: l’area del Giau e quella del Sief – Col di Lana.
Cinque cordate ognuna su di una cima delle Cinque Torri all’interno del Parco delle Dolomiti Ampezzane, per lanciare un messaggio molto chiaro: basta impianti!
La notizia è rimbalzata molto rapidamente da un media all’altro, da una testata web all’altra sino a giungere su due delle testate giornalistiche nazionali più importanti e sui principali telegiornali della sera. Questa inaspettata visibilità ha obbligato il Presidente della Regione Veneto ad una replica ovviamente in difesa del progetto Dolomiti No Car e del carosello sciistico.
Grazie all'enorme visibilità il risultato, per quanto parziale, non si è fatto attendere e soli cinque giorni dopo l’azione alpinistica, veniva bloccato il cantiere di disboscamento per la realizzazione del collegamento Pocol – Bain de Dones in quanto le prescrizioni di compatibilità ambientale favorevole non erano state soddisfatte se non in piccolissima parte.
E’ importante ricordare che buona parte di questi interventi ricade nelle aree protette della Rete Natura 2000 a valore intracomunitario, che il 26 giugno del 2009 l’UNESCO riconosceva le Dolomiti Patrimonio Mondiale “per il loro valore estetico e paesaggistico e per l’importanza scientifica a livello geologico e geomorfologico” e che il 24 gennaio 2016 veniva firmata la Carta di Cortina per la sostenibilità degli sport invernali tra il Ministero dell’Ambiente, la Regione Veneto e il Comune di Cortina.
“Non siamo contro lo sci e non siamo ambientalisti ma non vogliamo che questi progetti insensati ci vengano imposti dall’alto senza avere nemmeno la possibilità di esporre le nostre perplessità.
E’ arrivato il momento di agire e di far sentire la nostra voce per difendere la terra che amiamo dalle brame espansionistiche di pochi imprenditori e di qualche politico privo di lungimiranza.
Il popolo delle terre alte vuole che il suo urlo disperato suoni come un grido di guerra:
“Basta impianti – Rispettiamo la Montagna”
Dal comunicato stampa e dalle dichiarazioni riportate dai media sembra evidente come l’azione abbia una connotazione trasversale e che gli organizzatori non vogliano essere catalogati come ambientalisti non tanto perché non ne condividano gli ideali ma probabilmente perché il messaggio di cui si fanno portatori è talmente importante da non poter essere confezionato all’interno di pacchetti ideologici precostituiti.
Quest’azione è stata esemplare per l’attenzione con cui è stata programmata, per il tono pacato e rispettoso e la chiarezza con cui è stato espresso il messaggio, per la forza simbolica del gesto che ha saputo risvegliare la coscienza di molti, assicurando la visibilità necessaria.
Sulla base di quanto realizzato da questo gruppo di alpinisti sembra evidente che la protesta a tutela degli ambienti montani, se vuole essere efficace, deve cambiare le modalità di attuazione e focalizzare la propria attenzione su quelli che a noi sembrano tre punti fondamentali:
Coinvolgimento: nasce l’esigenza di coinvolgere persone che non appartengano necessariamente a gruppi e associazioni conosciute e già catalogate in determinate aree politiche Ciò può essere fatto attraverso l’ideazione di azioni a carattere ludico e ricreativo come manifestazioni sportive e raduni amatoriali legati alle attività outdoor;
Visibilità: per raggiungere il più alto numero di persone e creare attenzione nella società civile è necessario interessare tutti i canali media, nessuno escluso, attraverso azioni spettacolari oppure attraverso il coinvolgimento di personaggi pubblici legati preferibilmente all’attività outdoor e allo sport ;
Azione legale: costituire una rete di contatti che abbia la capacità di raccogliere informazioni aggiornate riguardo ai progetti attuali e previsionali da un lato e di portare avanti battaglie legali sia a livello nazionale che intracomunitario dall’altro;
L’azione delle Cinque Torri deve essere l’occasione per riflettere su come portare avanti i nostri ideali a difesa della natura, del territorio , del paesaggio ma soprattutto della Montagna … e chi sa che non sia l’inizio di una nuova era.
#escidalsentierotracciato #elbec
Per chi fosse interessato segue una serie di link delle principali testate web che hanno coperto l'evento
ANSA
Il Fatto quotidiano
Il Gazzettino
Repubblica
Corriere delle Alpi
L’Adige
La Voce del Nord est
Planet Mountain
Mount Live
il Dolomiti
Pontinia Ecologia
First radio Web
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