Il Monte Bianco ha da sempre attirato gli sguardi e i desideri degli amanti della montagna e la sua prima ascensione, nel 1786, ha segnato la nascita dell’alpinismo. Ma salire i suoi 4807 mt non è per tutti e soprattutto non è una cosa che si improvvisa. Come fare quindi a sapere se si è pronti per tentare la vetta al tetto d’Europa? Come fai per sapere se puoi provare la via normale oppure salire vie più impegnative? Ne abbiamo parlato con Enrico Geremia, guida alpina UIAGM del Veneto, testimonial dei prodotti ELBEC da svariati anni, che ha salito più volte sia la via italiana normale sia la via normale francese ma anche vie più impegnative accompagnamdo clienti di ogni nazionalità.
Certamente. Ci sono due vie che partono dal lato francese: quella classica, che è la più attaccata, sale dal Dôme du Goûte e si tratta della via normale francese al Monte Bianco. Tecnicamente è quella più facile e anche più breve.
Poi sempre dal lato francese c’è la via dei Trois Mont Blanc che tecnicamente è un po’ più difficile perché hai pendenze più ripide e trovi tratti ghiacciati. Dal lato italiano invece si va su dalla Val Veny, si imbocca il ghiacciaio del Miage e si arrivi al rifugio Gonella. Stiamo parlando della classia via normale italiana al Monte Bianco. Da lì poi c’è un pezzo di ghiacciaio che ti porta al Col del Aiguelles Grises, successivamente al Piton des Italiens e poi una bellissima cresta che ti porta a collegarti alla via normale che sale su dal lato francese. Questa tecnicamente è un’intermedia tra le due ed è molto bella perché è molto aerea e hai una visione spaziale, molto più suggestiva.
Un po’ sono loro e un po’ li dirotto a seconda dell’allenamento fisico che hanno. La via normale francese al Monte Bianco che sale per il Goûter è tecnicamente più facile e molto più corta e quindi richiede anche meno allenamento fisico da parte del cliente.
Avendo due rifugi riesci a spezzarla come vuoi perché il Tête Rousse è a 3167 m, mentre l’altro rifugio, il Goûter, è a 3835 m. Capisci che fermandoti lì a dormire poi hai solo 1.000 metri di dislivello per salire sul Monte Bianco. Al di là dell’allenamento però è importante anche dove vai a fermarti a dormire. A 3.000 metri la maggior parte della gente riesce ancora ancora a svegliarsi in modo decente avendo dormito qualcosina. Dormire a 3.800 invece non è facile, diventa pesantino. La stragrande maggioranza dei clienti si sveglia che non ha dormito niente e anche se devi fare pochi metri di dislivello, senza riposo, si fanno sentire parecchio.
Solitamente le agenzie che organizzano la scalata del Monte Bianco fanno fare al cliente un 4.000 qualche giorno prima dell’ascensione come ad esempio il Gran Paradiso. Oppure te ne vai semplicemente a dormire zona Monte Rosa, sali in cima al Breithorn (4.165 m s.l.m) che è molto facile e quindi fai un po’ di acclimatamento rimanendo su in quota a dormire, un giorno di riposo e dopodiché parti per la salita del Monte Bianco. Facendo una cosa del genere è chiaro che il costo della salita del Monte Bianco viene a lievitare e ci vogliono dai cinque giorni a una settimana in tutto. Spesso i clienti non hanno tutto quel tempo lì oppure non appena chiedono quanto costa salire sul Monte Bianco con questo tipo di acclimatamento optano per una soluzione più economica. Nel secondo caso l’acclimatamento del cliente devo un po’ gestirlo magari con delle attività anche qui nelle nostre zone.
Ad esempio, che tipo di attività fai fare ai tuoi clienti prima di tentare l'ascesa del Monte Bianco?
Una settimana prima verifico il loro allenamento anche semplicemente andando insieme in Marmolada che per me è una montagna vicina e comoda; salgo con un’andatura un po’ veloce per vedere se già a quote basse i clienti pedalano. È una soluzione di ripiego per cercare di contenere il costo della salita del Monte Bianco e per vedere come si comportano a livello di allenamento in generale indipendentemente dalla quota.
Ni. Io gli spiego tutto per filo e per segno e non è che gli metto paura però gli spiego in modo concreto che è veramente difficile e quindi deve essere molto allenato. Se è una persona molto sicura che mi dice che ha fatto il Cevedale di corsa, che tutti i weekend è sempre tra i 3.000 e i 3.700 gli chiedo un po’ anche a livello di tempistiche, a livello di salita come si comporta. Ovviamente mi devo fidare, e allora un po’ riesco a portarli anche senza fare alcuna attività precedente. Però se ho delle persone che già di per sé sono un po’ al limite e la loro ambizione sarebbe quella di salire il Monte Bianco dalla via normale allora si, gli consiglio vivamente di fare delle attività propedeutiche. Quindi a seconda di chi mi chiama ci sono sempre chiacchierate belle lunghe in cui vado ad approfondire qual è lo stato fisico, l’allenamento ecc. Spesso mi chiamano molto in anticipo e quindi riesco anche a gestirgli degli allenamenti e consigli su cosa fare per prepararsi al meglio per affrontare la salita del Monte Bianco.
Secondo me la cosa migliore è andare a fare dislivello in montagna il più possibile. Tanta gente vuole raggiungere il Monte Bianco senza allenarsi tanto. Non ha tanta idea di come dovrebbe essere un allenamento ben fatto. Farsi 1.500/2.000 di dislivello, che anche qui nelle nostre zone lo puoi fare, con un passo aerobico un po’ sostenuto cercando di abbassare le tempistiche. Sostanzialmente andare in montagna. Poi dipende tanto dalle disponibilità perché molti clienti sono lavoratori e hanno tempo solo la sera. Per fare un esempio, mi ha contattato un cliente che vive in zona Bassano del Grappa e lui alla sera andava a farsi le sue corse sul Grappa. Alla fine è stato uno dei migliori senza andare a spingere tanto e lui attività in quota non ne aveva mai fatta.
Certo, con l’allenamento compensi la possibilità di stare male in quota, però non è mai detto che tu, pur avendo un buon allenamento, dopo lassù stia bene. Il mio consiglio è di andare sempre a verificare come si sta in quota almeno 1-2 settimane prima, andare a fare un 4.000 faciel e vedere come va. Se uno inizia a star male a quelle quote lì poi sul Monte Bianco fa fatica. Meglio saperlo prima ed in caso rimandare la salita.
Considera che il primo giorno avrai 5-6 ore sicure, è una bella tratta lunga circa 12 km con 1.500 di dislivello più o meno. Quindi già ti dà una bella stancata arrivare su al rifugio più devi aggiungere la trasferta che fai, nel mio caso da Padova, alla mattina presto. Arrivi là alle 9:00 di mattina e ora che arrivi su sono circa le 16:00, tempo di mangiare qualcosa e alle 18-19:00 hai già la cena. Poi sveglia a mezzanotte e all’una meno un quarto parti e hai altre 8-9 ore per la cima più tutta la discesa. Un buon allenamento è indispensabile per tenere il ritmo.
Per quanto riguarda questo fattore non c’è bisogno di molta esperienza pregressa. Uno che ha comunque un po’ di allenamento in montagna anche sui sentieri nostri alpinistici poi vedo che riesce a gestire i ramponi senza complicazioni, non è una cosa difficile tecnicamente. Gli dai due tre nozioni di base, alla fine la movimentazione su sentiero impervio che abbiamo noi qua e la movimentazione in ghiacciaio con i ramponi è similare. Uno che gestisce la caviglia per bene su terreni inclinati ghiacciati e sulle rocce che abbiamo noi è molto simile.
Per forza. A me è capitato qualche volta di salire la via normale italiana al Monte Bianco e vedermi costretto a scendere dal lato francese perché il meteo già alle 8 di mattina era andato a farsi benedire e ho dovuto ripiegare sulla sicurezza. Altre volte a causa delle tempistiche e del meteo incerto ho dovuto ripiegare già alla capanna Vallot. Purtroppo anche le ottime previsioni che abbiamo negli ultimi anni risultano a volte di scarsa affidabilità.
Tendenzialmente hanno tutti capito che la situazione non era delle migliori. Ovviamente anche loro ci tengono a tornare a casa. Se dico che non si fa non si fa. Io cerco di far sì che vada tutto bene nelle tempistiche giuste, se vedo che siamo molto lenti e non abbiamo chance di salire il Monte Bianco si torna indietro. Queste sono montagne che con il brutto tempo non viene a prenderti nessuno, bisogna valutare anche questo. Se succede qualsiasi cosa non scendi più.
Enrico Geremia conduce regolarmente clienti su i 4.000 dell'arco alpino anche se lavora prevalentemente in Dolomiti dove ha all'attivo svariate aperture di nuove vie sia su ghiaccio che su roccia. I suoi prodotti preferiti sono le calze da spedizioni ed alpinismo classico ideali per scarpone ramponabile e progressione su ghiaccio "cramponage" che sono anche quelle che ci sentiamo di consigliarvi per affrontare la salita del Monte Bianco lungo le vie normali.
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