Spedizione in Groenlandia di Symon Welfringer - Matteo della Bordella - Silvan Schupbach Spedizione in Groenlandia di Symon Welfringer - Matteo della Bordella - Silvan Schupbach

Alla Ricerca della Libertà

Un racconto di Symon Welfringer sulla spedizione in kayak in Groenlandia assieme a Matteo della Bordella e Silvan Schupbach
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Quando prepariamo una spedizione, siamo il più delle volte concentrati sull'obiettivo principale: la montagna che andremo a scalare, la parete che andremo a scalare, la via che andremo ad aprire.

Spesso l'accesso a piedi di questa montagna è relegato in secondo piano nell'avventura, essendo la parte un po' “noiosa” del viaggio.

Quando abbiamo iniziato a parlare di questo progetto con Silvan Schupbach nell'autunno del 2019, eravamo in una tenda nel mezzo del Nepal. Mi racconta delle sue esperienze passate durante le quali si era avvicinato ai Big Walls oltre i 1000m dopo lunghe e intense giornate di kayak in mare.

Ero affascinato dalle sue parole, abituato a uno stile “classico” di spedizione in Himalaya con avvicinamento a piedi, ho trovato in questo tipo di avventura una nuova dimensione.

Lo chiamava lo stile "con mezzi equi" o il “by fair means” come viene solitamente chiamato utilizzando l’espressione inglese.

Difficile da tradurre, si tratta infatti di uno stile di viaggio un po' particolare durante il quale bisogna evolversi con mezzi propri e in maniera del tutto autonoma dall'ultima città abitata tutto l'anno. Tante regole per chi ha sete di avventura, si potrebbe dire, ma in fondo questo è un tipo di viaggio che mi ha sempre attratto.

Per la destinazione, abbiamo fin da subito individuato la Groenlandia con un possibile avvicinamento in Kayak.

Symon Welfringer in kayak nell'avvicinamento al Mistic CircleSymon Welfringer in kayak nell'avvicinamento al Mistic Circle
La cordata in apertura della nuova via su Silent TowerLa cordata in apertura della nuova via su Silent Tower
Symon Welfringer su Siren Tower in apertura della via ForumSymon Welfringer su Siren Tower in apertura della via Forum

A dieci anni ho sono entrato per la prima volta al Kayak Club de Metz. A quel tempo alternavo arrampicata e kayak, due sport che mi piacevano particolarmente.Mi ha subito affascinato lo slalom, questa disciplina che si pratica in acque bianche dove bisogna seguire un percorso con cancelli. Eravamo una buona squadra di coetanei di Metz e tutti ben motivati a progredire e partecipare alle competizioni. Purtroppo arrivò il momento in cui ho dovuto scegliere tra arrampicata e kayak. Questa breve introduzione per spiegare la mia eccitazione quando Silvan ha iniziato a parlarmi dei suoi piani per tornare in Groenlandia per una spedizione che combinava arrampicata e kayak. È stata un'occasione per riconciliare le mie due passioni. Certo, avevo smesso di andare in kayak molto tempo fa e il mio livello era sceso molto. Ma appena sono tornato in acqua, le sensazioni sono tornate e con esse i ricordi.
Il kayak da mare è una disciplina molto diversa dallo slalom che praticavo all'epoca. Ma l'importante è avere una buona tecnica di pagaiata e un corretto equilibrio per non capovolgersi ad ogni onda.

L'unico vantaggio che avevo sui miei amici era la mia capacità di scivolare via se il Kayak si capovolgeva.
Con Silvan e Matteo della Bordella abbiamo allestito un allenamento abbastanza specifico per essere pronti a portare a termine la nostra spedizione e per mantenere tappe da 40 km al giorno il più a lungo possibile. Sono rimasto molto colpito dal livello di Matteo e Silvan sulle lunghe distanze in kayak, a loro è piaciuto e si è visto.

Durante la nostra avventura in Groenlandia, le condizioni del mare sono state fortunatamente piuttosto miti. La formazione specifica dei mesi precedenti ci ha permesso di goderci ogni momento, ogni paesaggio mozzafiato. Mi è piaciuto particolarmente accedere alle montagne in kayak, il ritmo delle nostre barche è molto lento (7-8 km/h alla massima velocità), ci siamo davvero presi il tempo per entrare nell'avventura, per renderci conto di quanto queste Big Wall siano remote e lontane dalla civiltà Così, una volta lì, una volta ai piedi delle montagne, il piacere è stato ancora più intenso.

Dal 25 luglio al 18 agosto, la squadra italo-svizzera-francese si è quindi inoltrata nella natura selvaggia della Groenlandia. Rispetto a una classica spedizione di arrampicata, abbiamo avuto una vera sensazione di esplorazione, di scoperta vivendo in un territorio dove il paesaggio è in continua evoluzione, giorno dopo giorno. È proprio questa sensazione che rimarrà radicata in me dopo questo viaggio. Un misto di calma e isolamento, ogni giorno con la sua parte di sorprese con tante incertezze sui siti di bivacco, che troveremo acqua o meno, riusciremo ad attraccare senza distruggere i nostri kayak sugli scogli. Nonostante questo la vita quotidiana è ripetitiva ma mai noiosa, ogni giorno ci sentiamo un po' più vicini alla natura come se a forza di avanzare così lentamente iniziassimo a farne parte.Questo stato d'animo e questa sensazione di essere tutt'uno con l'ambiente mi hanno fatto sentire più libero, godendomi ancora di più questo viaggio e rendendomi conto di quanto fossero remoti questi luoghi. Dopo aver fatto molti viaggi in Himalaya, Alaska o Sud America dove gli stili di approccio sono nettamente diversi: drop-off in aereo sui ghiacciai dell'Alaska, trekking con portatori in Himalaya... Le sensazioni sono diverse dopo tutti questi giorni di “cazzeggio”, sentiamo le cose più intensamente.

Symon Welfringer, Silvan Schupbach e Matteo della Bordella in cima alla Siren TowerSymon Welfringer, Silvan Schupbach e Matteo della Bordella in cima alla Siren Tower
La cordata durante l'apertura di Forum sulla Siren TowerLa cordata durante l'apertura di Forum sulla Siren Tower
La cordata durante l'apertura di Forum sulla Siren TowerLa cordata durante l'apertura di Forum sulla Siren Tower

Abbiamo percorso i 350 km da Tasiilaq al campo base e ritorno in totale autonomia grazie ai nostri kayak. Abbiamo allestito il nostro campo base ai piedi del “Mitico Circo”: un'imponente conca rocciosa circondata da enormi pareti di granito. Il nostro obiettivo principale era la parete nord ancora vergine della "Torre Sirena", la più ripida e compatta dell’area. Inizialmente avevamo una destinazione diversa, ma a causa delle difficoltà legate alla pandemia, abbiamo raggiunto il punto di partenza di Tasiilaq - un insediamento sulla costa orientale della Groenlandia - con una settimana di ritardo. Francamente, eravamo piuttosto demoralizzati dopo tutti gli ostacoli burocratici e il ritardo. Ma quando finalmente siamo arrivati sulla costa orientale, la nostra motivazione è tornata immediatamente: la sensazione di libertà e avventura era nell'aria - finalmente! Dopo appena 36 ore dal nostro arrivo a Tasiilaq, avevamo caricato i 250 kg di cibo e attrezzatura nei nostri tre kayak e stavamo facendo ciò che sognavamo da tempo: pagaiare da soli nell'Oceano Artico e dirigerci verso una grande montagna. Arrivarci in kayak si è rivelato molto più facile del previsto. Il mare era piuttosto calmo e riuscivamo a pagaiare per 40 km al giorno. Paesaggi belli e selvaggi ci hanno affascinato e presto tutte le preoccupazioni della vita quotidiana sono rimasti alle nostre spalle. Dopo l'allenamento intensivo di kayak siamo rimasti quasi un po' delusi, ma arrivarci più velocemente significa avere più tempo per arrampicare e questo era il lavoro principale. Comunque il viaggio non è stato privo di sorprese: quando siamo arrivati al Mythic Cirque, chi ci ha accolto sulla riva? Nico Favresse e Sean Villanueva! Gli alpinisti belgi, che erano in spedizione con il loro connazionale Jean-Louis Wertz e lo svedese Aleksej Jaruta, volevano esplorare le stesse regioni, tra le più remote e vergini della Groenlandia. All'inizio, incontrare altre persone in una spedizione così selvaggia può essere sconvolgente. Ma ci siamo subito resi conto che queste persone erano amiche, spinte dalla stessa passione, quindi è stato un grande piacere condividere del tempo con loro.

Dopo aver allestito il campo base, abbiamo fatto un giro di ricognizione alla base delle imponenti pareti di granito e abbiamo subito concordato di scalare la parete nord della Torre delle Sirene, anche se l'altra squadra era già al lavoro proprio lì. Abbiamo identificato una linea elegante a sinistra della "via dei belgi" e ci siamo subito allontanati, eravamo 7 persone contemporaneamente su questo muro bianco, che atmosfera!

L'avvicinamento - by fair means - in KayakL'avvicinamento - by fair means - in Kayak
Paddle Wall - L'ultima cena della volpePaddle Wall - L'ultima cena della volpe
Siren Tower - ForumSiren Tower - Forum

Siren Tower - Forum (840m, 21 tiri, 7c max)

“Forum” è il nome della nuova via che abbiamo aperto su questa magnifica parete. Siamo tre personalità forti e ogni decisione: cosa fare, dove andare, come organizzarci ha sempre richiesto grandi discussioni. Momenti costruttivi che ci hanno permesso di raggiungere il nostro obiettivo, per questo abbiamo chiamato il percorso 'Forum'. All'inizio della via affrontiamo molte incognite, la parte centrale della parete sembrava molto ripida e le fessure sembravano discontinue oltre i 200/300m, suggerendo tiri molto lunghi ed impegnativi.Queste preoccupazioni si sono rivelate giustificate, dopo aver salito velocemente i primi 200m ci siamo imbattuti nella parte più ripida della parete con molti tiri strapiombanti.Questa sezione si è rivelata pazzesca, con il minimo indispensabile per poter arrampicare in libera al nostro livello.Ci sono voluti 6 giorni per completare l'apertura e completare tutti i tiri, usando lo stile di apertura più puro possibile, basato solo su friends,dadi e cams. In cinque giorni siamo riusciti a raggiungere la vetta. Abbiamo passato il sesto giorno ad arrampicare sui tiri che non eravamo stati in grado di salire in libera nei giorni precedenti. I passaggi chiave erano un misto di placca e fessura che abbiamo valutato 7c. Nel complesso le difficoltà tecniche di questa via non sono state estreme ma le poche protezioni possibili e le soste a volte un po' dubbie, conferiscono a questa linea un carattere veramente avventuroso.

Paddle Wall - L'Ultima Cena della Volpe (450m, 7a)

Dopo questa bella apertura e qualche giorno di pioggia in tenda a rimuginare, abbiamo deciso di esplorare la regione circostante alla ricerca di altri interessanti obiettivi. Dopo 12 chilometri in kayak, ci siamo imbattuti in una parete vergine che sembrava molto interessante per l'arrampicata, la “Paddle Wall”.Abbiamo trovato delle lunghezze davvero magnifiche con una roccia compatta striata di fessure superbe, una salita molto ben protetta e una discesa comoda. Riusciamo ad aprire la via in giornata. La ciliegina sulla torta prima di iniziare il rientro in kayak. Abbiamo voluto rendere un piccolo omaggio alla volpe che, durante il nostro soggiorno, ci ha rubato e divorato con nonchalance mezzo chilo di formaggio svizzero mentre dormivamo.


Nella lingua Inuit la parola "Libertà" è molto complessa e ciò fa pensare che sia usata pochissimo.Trovo piuttosto affascinante il modo in cui una lingua riflette la cultura di un paese. Questa parola è essenziale nella nostra lingua di origine latine.Gli Inuit sembrano non aver bisogno di esprimere questa idea essendo così naturale e innata per loro. Non ho mai provato una sensazione di libertà così forte come durante questa spedizione attraverso i fiordi della Groenlandia. Questi giorni in cui ho pagaiato per ore tra gli iceberg mi hanno fatto capire quanto fosse potente la natura in questi luoghi. I paesaggi sono infiniti, che siano montagne a perdita d'occhio o il mare che incontra il cielo alla fine dell'orizzonte. Ho scritto queste parole per rendermi conto un po' di più di quanto sia fortunato a vivere questi momenti.

In uscita in questi giorni il documentario sulla spedizione dal titolo " Il richiamo della Sirena "


Autore
Symon Welfringer
Symon Welfringer
Guida Alpina UIAGM - Ingegnere Metereologico - Piolet d'or 2021
Viviamo in un pianeta che ci offre una diversità straordinaria di paesaggi. No approfittarne sarebbe un crimine. Non importa in che modo, camminando, arrampicando oppure volando ma le montagne offrono possibilità indfinite. Ecco perchè dobbiamo prendercene cura e permettere che le persone possano beneficiare di tutto coò anche in futuro.
Symon è un testimonial ELBEC dal 2016

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