E’ appena finito il Tor des Geants (TOR 2021), una gara di 350km e 30.000 metri di dislivello positivo che gira intorno a tutta la Valle d’Aosta; ritenuta una delle più dure gare di endurance trail, accoglie corridori da ogni parte del mondo. Chi lo ha fatto (e terminato) torna al proprio paese con un gran carico di emozioni e ricordi. Spesso il finisher viene considerato come qualcuno che ha trovato la strada della conoscenza e la pace dei sensi, praticamente un guru.
Il ritorno alla vita di tutti i giorni, dopo aver affrontato una simile esperienza, porta ad avere un certo disagio nell’affrontare la quotidianità. Lo chiamano “mal di TOR”. Ed è assolutamente così, posso confermare in prima persona!
Infatti io sono “uno di quelli”.
Informatico per professione, mi trovo di nuovo davanti ad un monitor dopo aver passato, per la seconda volta, cinque giorni a scorrazzare su e giù per la valle d’Aosta.
Nel corso degli anni mi è capitato di prendere parte a diverse di queste avventure che durano svariati giorni e, tra il serio ed il semiserio, ho sempre pensato che ci fosse una sorta di masochismo nel prenderne parte.
In effetti ci vuole una certa propensione ad usare il “disagio” (espresso come fatica, stanchezza, privazione del sonno, solitudine, ecc.) come mezzo di contrasto per evidenziare meglio pensieri e sentimenti.
Non è uno sport per tutti, ma chi lo fa, sa bene che non potrà mai più rinunciarci: "sustine et abstine", diceva il filosofo stoico greco Epitteto.
Elbec mi ha chiesto di scrivere un articolo su questa esperienza; questa volta invece di parlare di evoluzione personale, filosofia, resilienza, sentimenti portati all’estremo, idee per creare un mondo migliore, voglio rendere omaggio al TOR scherzandoci sopra.
E lo farò descrivendo la colonna sonora perfetta per una gara di questo tipo. Chiarisco fin da subito che questa visione scherzosa e goliardica, pur avendo probabilmente un fondo di verità, in realtà è pensata per far sorridere.
Non me ne vogliano gli atleti di ultradistanza!
I wanna be your slaveI wanna be your masterI wanna make your heartbeatRun like rollercoastersI wanna be a good boyI wanna be a gangster‘Cause you can be the beautyAnd I could be the monster | Voglio essere il tuo schiavoVoglio essere il tuo dominatoreVoglio farti battere il cuoreFarlo correre come le montagne russeVoglio essere un bravo ragazzoVoglio essere un criminalePerché tu puoi essere la bellaE io potrei essere la bestia |
In questa prima strofa il signor Tor si presenta all’ignaro corridore indicandogli di essere il benvenuto in questa avventura e che in talune circostanze esso presenterà facili tratti di sentiero da percorrere agevolmente mentre in altri casi la situazione sarà leggermente meno controllabile, magari a causa della tecnicità del terreno o il maltempo.
Qualche volta sarà fantastico essere lì, altre magari si preferirebbe essere da un’altra parte.
Inoltre è chiaro e lampante: sicuramente ci sarà della fatica, tanta fatica: il cuore dovrà lavorare molto, non ci sono dubbi.
Che la gara abbia inizio!
I love you since this morning Not just for aesthetic I wanna touch your body So fucking electric I know you're scared of me you say that I′m too eccentric I'm crying all my tears And that's fucking pathetic | Ti amo da questa mattina Non solo per estetica Voglio toccare il tuo corpo Così fottutamente elettrico So che tu sei spaventata da me Hai detto che sono troppo eccentrico Sto piangendo tutte le mie lacrime E questo è fottutamente patetico |
Passano le ore ed il nostro amico TOR chiarisce che, passata la prima notte, siamo ancora nei suoi pensieri, anzi, siamo proprio al centro della sua attenzione!
Magari una radice o un sasso, un letto di foglie secche o una pietra scivolosa, un temporale o un forte vento ci faranno prendere uno spavento, ma nulla di grave.
Cadremo e ci rialzeremo, magari agitati, magari arrabbiati, maledicendo il giorno in cui ci siamo iscritti; ma, lo sappiamo bene, tutto poi tornerà alla normalità, facendoci apprezzare anche quei dolori sordi e continui, tipici di questo tipo di gara.
I wanna make you hungry then I wanna feed ya I wanna paint your face like you′re my Mona Lisa I wanna be a champion I wanna be a loser I′ll even bе a clown 'cause I just wanna amuse ya | Voglio renderti affamato E poi voglio nutrirti Voglio dipingere la tua faccia Come se fossi la mia Monna Lisa Voglio essere un campione Voglio essere un perdente Farei anche il pagliaccio Perché voglio solo farti divertire |
In questa strofa è chiaro che si entra nel vivo del TOR. Dopo ormai diverse ore di gara si ha fame anche tra una base vita e l’altra, non si vede l’ora di arrivare per poter gustare un piatto caldo.
Certamente si presenteranno le prime infiammazioni importanti e quindi le smorfie di dolore saranno sempre più frequenti.
Ma no, il trailer non si fermerà di fronte a questo disagio. Anzi, sa benissimo che il modo migliore per superare la crisi è quello di convincersi che da ora in poi sarà divertente, perché è per quello che siamo lì.
Si rallegrerà dei problemi a cui andrà incontro ed anzi, sarà ben contento di averne diversi da affrontare, in modo che la sfida diventi epica.
I wanna be your sеx toy I wanna be your teacher I wanna be your sinner wanna be a preacher I wanna make you love me then I wanna leave ya ′Cause, baby, I'm your David and you′re my Goliath | Voglio essere il tuo giocattolo sessuale Voglio essere il tuo insegnante Voglio essere il tuo peccato Voglio essere il tuo predicatore Voglio far sì che tu mi ami E poi voglio lasciarti Perché piccolo io sono il tuo Davide E tu sei il mio Golia |
Questa probabilmente è la terza notte passata fuori. Il TOR innesca nel corridore la sindrome di Stoccolma. Il corpo si ribella, dice basta; ma no, la mente dell’ultratrailer è di acciaio e urla: “no, non ci si ferma, mai”.
Al grido di “resistenza o morte” si prosegue indomiti sebbene si abbiano ormai i piedi distrutti dalle vesciche e le gambe che non riescono a fare altro che trascinarsi da una salita ad una discesa e viceversa.
Nella mente del trailer ci sono sentimenti contrapposti.
Da una parte si vorrebbe non essere lì, ma dall’altra si scopre il sottile piacere di quella sofferenza che porta alla conquista dell’inutile
Because I'm the devil who′s searching for redemption And I'm a lawyer who's searching for redemption And I′m a killer who′s searching for redemption I'm a motherfucking monster who′s searching for redemption And I'm a bad guy who′s searching for redemption And I'm a blonde girl who′s searching for redemption And I'm a freak that is searching for redemption I'm a motherfucking monster who′s searching for redemption | Perché sono il diavolo Che sta cercando redenzione E sono un avvocato Che sta cercando redenzione E sono un assassino Che sta cercando redenzione E sono un cazzo di mostro Che sta cercando redenzione E sono un cattivo ragazzo Che sta cercando redenzione E sono una ragazza bionda Che sta cercando redenzione E sono un matto che Sta cercando redenzione Sono un cazzo di mostro Che sta cercando redenzione |
E' chiaro nel testo come ci si stia avviando al termine della gara. Le allucinazioni ormai sono fuori controllo ed al TOR vengono associati tutti i personaggi sgradevoli che il nostro atleta ha conosciuto nella sua vita. Li associa ad ognuno dei metri che lo separano dal traguardo; li schiva come in Matrix, ma sono lì, sempre accanto a ricordargli che deve arrivare in fondo, che deve stringere i denti, che non può dargliela vinta!
In quei momenti ci si rende conto di non avere posto per l’odio.
La trasformazione dei sentimenti negativi in qualcosa di positivo è essenziale per riuscire a terminare questa impresa.
I wanna be your slave | Voglio essere il tuo schiavo |
Come in tutte le avventure siamo arrivati alla fine, siamo all’ultima discesa. L’atleta cerca di ricordarsi tutto quel che è successo. Capisce che ha raggiunto la meta, non senza difficoltà; il fisico è provato.
Tutto sommato il percorso era facile, ne è la prova vivente, ma non sempre.
Ricorda alcune delle interminabili salite o quella volta in cui la pioggia lo ha fatto finire in un ginepro.
La voglia di parlare si azzera, per risparmiare un po’ di fiato ma anche perché la fatica disumana ed i pensieri hanno annientato la voglia di usare le corde vocali.
Il signor TOR, dal canto suo, sa già perfettamente che alla domanda “lo rifarai” il nostro ultra-trailer dirà “NO” per il prossimo mese, “forse” nei sei mesi successivi e “SI” all’atto dell’apertura delle iscrizioni.
Terminata la disamina della canzone non posso far altro che ringraziare Elbec e, a tal proposito, chiudo questo articolo con un aneddoto:
Elbec mi ha fatto sognare! Si, è capitato anche questo al mio Tor!
Durante la gara, finita una delle ultime salite, arriva il momento della discesa, inaspettatamente facile e leggera, una cosa da “Campi Elisi” via; in quel momento decido di guardare il cellulare. Arrivano diversi messaggi e tra questi anche quello di Federico Sordini, Elbec appunto. Seriamente: ero troppo stanco per leggerli.
Ripongo il cellulare in tasca e continuo a camminare in questo pratone verde. Dopo qualche minuto mi capita una cosa incredibile: mi rendo conto di essermi fermato e di aver sognato un dialogo assurdo con Federico. In pratica mi ero addormentato in piedi, come un cavallo. Addormentato, in piedi, sognando di parlare con Federico di non so cosa.
Poiché prima di dormire ero accanto ad un altro corridore, e subito dopo c’era un rifugio che prendeva i tempi, posso confermare con una certa precisione di aver dormito in quello stato per circa 10 minuti.
"Chi sa quante cose ci saremo dette Federico! Certamente avrò lodato le tue calze ed il tuo coraggio nel portare avanti le tue battaglie ambientali!!"
ndr. speriamo che ti facciano sognare anche le nostre nuove calze Hybrid progettate in collaborazione con Wild Tee che ti inviamo oggi ancor prima che escano nei negozi. Grazie per questo tuo post delirante che ci ha veramente divertito e che sono certo farà sorridere anche i nostri lettori! E a questo punto ... grazie anche ai Maneskin!
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